In queste settimane abbiamo introdotto il Zhan Zhuang, la famosa pratica dell’albero immoto e Kazu ed io ci alterniamo alla conduzione.
Ogni settimana elaboriamo una traccia diversa per aiutare i corsisti a portare l’attenzione consapevole dentro in un percorso, letteralmente un viaggio interno di percezione, consapevolezza e pulizia interna. Qigong gentile lavora in questo modo con varie tecniche qigong, punta sullo sviluppo della propriocezione sia relativa alla posizione del corpo nello spazio che alla percezione motoria, ma anche alla crescita dell’interocezione per raccogliere informazioni interne.
Preparare queste diverse tracce si sta rivelando un lavoro complesso e particolarmente difficile. Per esempio se parlo della testa io accenno alle sue porte sensoriali, al ruolo del cervello rispetto ai sensi, allo sviluppo del sesto senso che lavora sulla percezione di sé, al dualismo mente-corpo più qualche immancabile nota empatica. Kazu parla di lobi, emisferi, cervelletto, sinapsi… Possiamo cambiare le parole, ma le informazioni oggettive che veicoliamo sono sempre le stesse perché per noi testa vuole dire questo.
Ma che cosa vuole dire testa per Mario, Paola e Andrea? Oltre ad imparare a stare fermi in condizione di quiete e pace profondi, sarà necessario che ciascuno individui il proprio significato della parola testa, poi trovare il modo di entrare in relazione con essa e soprattutto sviluppare un linguaggio idoneo alla comunicazione